2666 è stato per me un libro di scoperta; niente sapevo del suo autore e niente sapevo della storia perché è stato un acquisto un po’ al buio, come mi piace ogni tanto fare; così tutto per me è stato nuovo e (piacevolmente) sorprendente.
Se siete il tipo di persone che chiedono alla lettura di essere un avventura ma, al contempo, non volete nemmeno ritrovarvi davanti ad un forziere vuoto, ecco una mappatura di quello che vi troverete ad affrontare in questo intrigante romanzo:
2666 è un libro corale, ogni sezione racconta la parte di uno o più personaggi, come se tutti fossero testimoni di un’inchiesta o stessero contribuendo a formale le tessere di un puzzle, il cui disegno completo sarà possibile percepire solo alla fine e solo essendo passati attraverso la frammentarietà di tutte le prospettive.
2666 è una storia di ricerca, tutti i personaggi sono alla ricerca di qualcosa, ma tutti cercano una cosa diversa ed essa sempre sfugge.
2666 è una storia di inquietudine, le mete sfuggono, si risolvono in vuoti fantasmi, da cercatori si diventa ricercati; cercare-fuggire, questa è l’essenza del’inquietudine che avvolge ogni situazione del romanzo, lasciando come filtrare sottopelle una verità a cui però i personaggi sono ciechi e che al lettore non è dato sapere ma solo, terribilmente, intuire.
2666 è un romanzo di alto stile, profondamente meditato e magistralmente costruito come un grande marchingegno in cui niente è lasciato al caso e dove tutto alla fine torna.
Spero di avervi dato qualche spunto,
alla prossima!
Claire